Dischi da correre

Chi ha detto che le copertine non sono importanti?
L’autore di questo libro, cresciuto a colpi di vinili e compact disc, la pensa diversamente. La copertina non è una semplice soglia da superare distrattamente. Tutt’altro.

Collana:
Titolo: Dischi da correre
Autore: Stefano Causa
Pagine: 90
Prezzo: 18,00 €
Formato: 20x20
ISBN: 978-88-946597-2-6
Uscita: novembre 2022
Stefano Causa nasce a Napoli. È uno storico dell’arte moderna e contemporanea e, a tempo guadagnato, un appassionato di musica, specialmente afroamericana. Ha studiato a Firenze nella seconda metà degli anni ‘80, laureandosi con Mina Gregori e Ferdinando Bologna, due degli ultimi allievi e interlocutori di Roberto Longhi. Ha una formazione di pretto conoscitore longhiano che, nel corso degli anni, ha integrato e temperato con incursioni nella storia della critica d’arte e della museografia. Ha scritto libri su Longhi e l’arte contemporanea, su Battistello Caracciolo, la pittura caravaggesca, sulla natura morta, sulla pittura italiana e francese del ‘9oo, oltreché su alcune grandi mostre del secolo scorso. Di recente ha organizzato due rassegne monografiche sul pittore barocco Luca Giordano, tenutesi a Parigi e a Napoli tra il 2019 e il 2020. Di quest’anno, al Museo nazionale di Capodimonte di Napoli, in collaborazione con Patrizia Piscitello, le mostre Battistello CaraccioloIl patriarca bronzeo dei caravaggisti e Oltre il Caravaggio, primo tentativo di superare, con un nuovo allestimento delle sale, la tradizionale dicotomia tra mostre e musei. Scrive regolarmente sul Giornale dell’Arte.

Chi ha detto che le copertine non sono importanti?
L’autore di questo libro, cresciuto a colpi di vinili e compact disc, la pensa diversamente. La copertina non è una semplice soglia da superare distrattamente. Tutt’altro. Una copertina e un titolo azzeccati sono già metà del percorso fatto con il lettore e, in questo caso, con l’ascoltatore. Alcune copertine, che compaiono nel tesoretto scelto per questo piccolo volume, sono autentici distillati di gusto, arguzia e intelligenza critica: dai Beatles a Tina Turner, da Sade a David Bowie.
In taluni casi siamo a meno di un passo dal capolavoro e non ci si smette di stupire che le immagini di accompagnamento del White Album del 1968 non siano precipitate nei libri di storia dell’arte da dove sarebbe il caso di non muoverle più.
Un libro agile e svelto da consigliare ai nostalgici del supporto che aspettano solo un segnale per rimettere sul piatto o nel lettore dischi da tempo lasciati nelle custodie e soprattutto a quanti, con un clic, scaricano oggi tutta la musica del mondo: ma distrattamente.
E, senza vederla!
Attenzione! prima che la puntina inesorabilmente cada, sappiate che nella musica, come nella vita, occorre correre dei dischi!

Rassegna stampa
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