Roberto Nicolucci “Io, editore a Napoli per amore della città: niente futuro senza libri”

I sogni abitano a piazzetta Nilo. Su al primo piano nobile di palazzo De Sangro di Vietri. Nelle sale affrescate da Ezechiele Guardascione, circondato da più di diecimila volumi, nella sede della sua casa editrice, Roberto Nicolucci sa che solo mantenendo un rapporto saldo con il passato si può costruire quel futuro entusiasmante, sempre sorprendente che «è l’elemento costitutivo della bellezza di Napoli». Modi raffinati, ironia sottilissima, in abiti di taglio sartoriale, barba impeccabile, sembra appartenere a un’altra
epoca. Invece non ha neppure trent’anni. Li compirà il prossimo 8 marzo. Intanto a ritmo instancabile
prosegue la carriera di storico, critico d’arte, docente all’Università Marconi di Roma; è mecenate,
infatti a lui si deve la creazione della Sala Museale di storia, arte e cultura della Scuola Militare Nunziatella, e ha sostenuto il restauro dell’Adamo e Eva che piangono la morte di Abele, quadro di Nicola Malinconico
ritrovato nei depositi di Capodimonte. E dal 2021 ha fondato la Roberto Nicolucci Editore, già ricca di titoli.
Nicolucci, quanti impegni…
«Però con un elemento in comune imprescindibile. Napoli. Sempre lei. Con la mia città ho un debito di
riconoscenza enorme. È respirando e vivendo la sua cultura che mi sono formato. Ritengo importante che
ogni attività scientifica e culturale debba incidere e incontrare la società civile. Amare significa conoscere, e ancor di più condividere. Per questo mi sono impegnato nella restituzione della Sala Museale della Nunziatella dove c’è una delle più belle chiese rococò napoletane, e nel restauro di un capolavoro di Malinconico, il maggior allievo di Luca Giordano».

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