Dai Beatles ai Pink Floyd, 30 anni di copertine nel libro di Stefano Causa

Dai Beatles ai Pink Floyd, da Elton John a David Bowie. Con l’occhio dello storico dell’arte ed il cuore di un grande appassionato di musica Stefano Causa racconta, attraverso le storiche copertine dei dischi, alcune delle suggestioni musicali più celebri degli anni 60’, 70’ ed 80’. Un viaggio inedito di immagini e suoni che ha dato vita al libro “Dischi da correre” (Roberto Nicolucci Editore), appena uscito nelle librerie italiane e in tutti i principali store digitali.

Il volume sarà presentato, in anteprima nazionale, giovedì 1° dicembre alle ore 18 nel Salotto Letterario “Le Zifere” nello storico palazzo napoletano De Sangro di Vietri (Piazzetta Nilo, 7), sede della Casa Editrice “Roberto Nicolucci”. A discutere con l’autore ci saranno lo storico Eugenio Capozzi, professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, il giornalista Federico Vacalebre, critico musicale de “Il Mattino” e direttore artistico del Premio Carosone e l’editore Roberto Nicolucci, professore di Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi Guglielmo Marconi.
Storico dell’arte moderna e contemporanea e, “a tempo guadagnato”, grande appassionato di musica, con una ‘discoteca’ casalinga che supera i 10mila cdStefano Causa, docente di Storia dell’arte contemporanea all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ha scritto libri su Longhi e l’arte contemporanea, Battistello Caracciolo, la pittura caravaggesca, la natura morta, la pittura italiana e francese del ‘900, oltreché su alcune grandi mostre del secolo scorso. Con “Dischi da correre” dimostra come “la copertina di un disco non sia una semplice soglia da superare distrattamente”. Tutt’altro. “Una copertina e un titolo azzeccati – scrive Causa – sono già metà del percorso fatto con il lettore e, in questo caso, con l’ascoltatore”. Alcune copertine, che compaiono nel tesoretto scelto per questo volume, sono autentici distillati di gusto, arguzia e intelligenza critica: dai Beatles a Tina Turner, da Sade a David Bowie. “In taluni casi -spiega l’autore – siamo a meno di un passo dal capolavoro e non smettiamo di stupirci che le immagini di accompagnamento del White Album del 1968 non siano precipitate nei libri di storia dell’arte da dove sarebbe il caso di non muoverle più”.
Tra storia e immagini della musica, tra aneddoti ed esperienze personali di chi usa la musica anche per insegnare la storia dell’arte è venuto fuori un libro agile e svelto da consigliare ai nostalgici del supporto che aspettano solo un segnale per rimettere sul piatto o nel lettore dischi da tempo lasciati nelle custodie e soprattutto a quanti, con un clic, scaricano oggi tutta la musica del mondo, ma distrattamente.

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