Urlo di una generazione, racconto di luoghi e persone che paiono dimenticati, Un Messico napoletano è un aspro e violento romanzo, contaminato da «una malinconica musica che accompagna le vicende come un blues esasperato». È la storia di Anna, detta “la Rossa”, una diciannovenne napoletana che, attraverso avventure erotiche occasionali, cerca di spezzare la rigida alternativa esistenziale che le si presenta: diventare una donna come sua madre – sfatta dagli anni di miseria e dai figli – o una prostituta alle porte della città. Finirà in un vortice infernale nel tentativo di vendicare l’omicidio del fidanzato Marco, devastato dall’eroina e costretto a sopravvivere di spacci e piccole truffe.
Anna e Marco, come li cantava Lucio Dalla, sono immersi in una realtà ostile, quella della periferia. Ed è proprio su quelle periferie che si focalizza lo sguardo dell’autore, di cui Goffredo Fofi scrive: Lanzetta racconta assai bene l’ansia del vivere che prende chi le abita, il sentimento di precarietà e di insicurezza, l’affollato e sterile agitarsi, la violenza, la crudezza degli apprendistati, l’esasperazione dell’esperienza e, a controcanto, la tenerezza dolorosa e insidiata che fa da unico rifugio, da unica sponda a tanto inesorabile destino.
Il racconto di Peppe Lanzetta prende vita sulla pagina come una sceneggiatura cinematografica. Le immagini, i suoni e gli odori appaiono vividi, le parole si muovono a ritmo serrato, musicali, poetiche ma anche cariche di rabbia e frustrazione. Quello di Lanzetta è un aspro romanzo che lascia nel lettore solchi di autentico disagio, scrive Giovanni Tesio (La Stampa, 1994).
TRENT’ANNI DI UN MESSICO NAPOLETANO
Peppe Lanzetta è un attore e un autore di testi rabbiosi, incisivi, felicissimi.
Maurizio Costanzo, Gioia 1993
Lanzetta offre nel suo romanzo un ritratto fedele dell’hinterland partenopeo.
Goffredo Fofi, Il Sole24Ore 1994
Sottolineato da “una malinconica musica che accompagna le vicende come un blues esasperato”, il mondo di “Un Messico napoletano” rassomiglia drammaticamente alla Napoli picaresca stracciona e stravolta di Masaniello o di Mastriani, una Napoli assai più disperata di quella piccolo-borghese della Serao o tardo-borbonica di Ferdinando Russo.
Antonio Ghirelli, Il Mattino 1994
Lanzetta, con andamento rock e colori da sceneggiata, descrive i destini dei giovani di strada che vivono nelle periferie della sua città. E non solo. Non a caso Anna e Marco, protagonisti di «Un Messico napoletano», sono usciti da una canzone di Lucio Dalla.
Dino Messina, Corriere della Sera 1994
Quello di Lanzetta è un aspro romanzo che lascia nel lettore solchi di autentico disagio.
Giovanni Tesio, La Stampa 1994
Peppe Lanzetta racconta una Napoli violenta, infernale, che ricalca sui ghetti di Los Angeles.
Francesco Erbani, La Repubblica 1995
Caro Peppe, tu hai scritto dai muri, dal materiale organico che svapora dai Poggioreale d’entroterra da dove il mare è il nome di un deserto. Hai scritto come un mulo sotto il basto, caricato a sale da tutte le vite che lasciano in terra solo questo residuo (tu sai che siamo fatti di fiato e sale, non di polvere), hai scritto come il sasso che non vuole solo portare addosso il messaggio d’un foglio, ma anche rompere il vetro.
Erri De Luca, Lettera a Peppe Lanzetta 1996
Lanzetta anticipò con la sua prosa di straordinario impatto emotivo che non lasciava spazio ai luoghi comuni e penetrava nelle viscere di quell’umanità divorata dall’usura e dalla tossicodipendenza e ineluttabilmente costretta a delinquere.
Carlo Franco, Corriere del Mezzogiorno 2006
Un Messico napoletano – da bandadicefali.it
«Il fetore si mescola all’ebbrezza / della vita che non è vita» Per Pasolini la periferia era un luogo antropico, capace di preservare un’umanità intatta, genuina e senza tempo. Un idea di luogo che sarà spazzato via dal boom economico e dalla dittatura del consumismo in grado di produrre una mutazione antropologica di cui lo…
Peppe Lanzetta e “Un messico Napoletano” al Capua il luogo della lingua festival
Una storia di periferie senza tempo per raccontare la speranza tra Amore e Morte A quasi trent’anni dalla prima edizione con Feltrinelli nel 1998, seppure scritto quattro anni prima, è tornato in libreria con la casa editrice napoletana Roberto Nicolucci “Un Messico napoletano” di Peppe Lanzetta, arricchito da una scelta di ballate da “Ridateci i…