Primo atto del ciclo indo-malese, Le Tigri di Mompracem è un testo indispensabile per chi voglia immergersi negli avventurosi e colorati scenari di Salgari. Ambientato tra l’immaginaria Mompracem e l’isola di Labuan, il romanzo racconta le gesta piratesche e amorose di Sandokan, la Tigre della Malesia, un principe deposto a cui l’invasore bianco ha sterminato la famiglia e che, per questo, cerca vendetta e riscatto. Attraverso le imprese compiute dal protagonista per liberare l’amata Marianna, Salgari sviluppa elementi tipici del genere “cavalleresco” e della letteratura romantica. Come scrive Scialò nella sua prefazione, “facendo ricorso agli stilemi narrativi tipici dell’epica ariostesca, Salgari imbastisce un sistema narrativo basato sul binomio istituito dalla prima ottava dell’Orlando furioso: «l’arme» e «gli amori». L’aspetto peculiare delle Tigri di Mompracem, però, è che a innescare la narrazione è proprio l’inserimento della questione coloniale, grazie alla quale il topos viene attualizzato in un contesto storico differente e rinnovato. Sandokan, infatti, è un personaggio inquieto, come da tradizione romantica, ma monolitico, agitato da due sole passioni, assolute e manichee: l’odio per il colonizzatore e l’amore per Marianna.”
Insieme alla questione coloniale, Salgari inserisce in un libro “per ragazzi” temi che appartengono al canone della letteratura “alta”. Scialò apre dunque la via a una possibile “redenzione” del testo: “insomma, l’ampia diffusione della letteratura salgariana nel circuito della cultura di massa non è in discussione, e forse non lo è mai stata. Semmai è l’approdo a uno statuto letterario a essere mancato nella ricezione dello scrittore e della sua opera, alla quale è sempre stato imposto lo stigma di paraletteratura. In effetti, appare ancora difficile introdurre i testi di Salgari in una dimensione letterariamente alta. […]
Tuttavia, per comprendere l’importanza dei libri di Salgari, è necessario considerare i bisogni a cui essi rispondono – quelli di un pubblico ampio, che stava avviandosi a diventare massa – e superare l’idea che esista una letteratura più dignitosa di altre sulla base di motivi aprioristici.”
