La madre di tutte le autostrade

Prefazione di Matteo Salvini

La storia italiana passa anche, e forse soprattutto, dalle sue strade.

Roberto Nicolucci, dopo la carrellata di ponti “che uniscono”, ci guida sulle corsie dell’A8, quella che è stata definita l’autostrada più bella del mondo dal nostro Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché prefatore di questo libro.

Collana:
Titolo: La madre di tutte le autostrade
Prefazione di Matteo Salvini
Autore: Roberto Nicolucci
Prezzo: 15,00 €
Pagine: 64
Formato: 20x20
ISBN: 979-12-5542-01-3-2
Uscita: settembre 2024
Roberto Nicolucci è nato a Napoli. Storico e critico d'arte, ha conseguito la laurea in Conservazione dei beni culturali (L-1), con indirizzo in Storia Moderna con una tesi dal titolo “La costruzione di una Nazione: Alfieri e lo spirito nazionale italiano”, presso l'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dove ha ottenuto il massimo dei voti con lode. Successivamente ha terminato il suo percorso di studi con lode e plauso della commissione, conseguendo la laurea magistrale in Archeologia e storia dell'arte (LM-89) sul decoratore napoletano Francesco De Mura. Attualmente, ricopre il ruolo di professore a contratto di storia dell'arte Moderna e di storia dell’arte Medioevale presso l'Università degli Studi Guglielmo Marconi, dove è anche membro del Consiglio di amministrazione. È inoltre nel Consiglio di amministrazione della società di gestione Marconi Società Benefit ar.l. Dal luglio del 2025, è membro del Comitato scientifico dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane. È consigliere presso gli uffici di diretta collaborazione del Vicepresidente del Consiglio dei ministri, Sen. Matteo Salvini. Nel 2021 ha fondato la casa editrice Roberto Nicolucci Editore. Negli ultimi anni, ha collaborato a numerose esposizioni e relativi cataloghi. Tra le sue più significative collaborazioni, possiamo ricordare: il catalogo centrato sul Caravaggio a Napoli; i cataloghi delle rassegne di Parigi e Napoli dedicate al pittore barocco napoletano Luca Giordano; e il catalogo di particolare rilevanza simbolica riguardante il trasferimento di alcuni capolavori del Museo di Capodimonte al Louvre. Ha anche redatto schede tematiche sul Caravaggio e sul Seicento per il catalogo della mostra dei capolavori di Capodimonte alla Reggia di Venaria. La sua attività scientifica è costantemente accompagnata da una vocazione per la divulgazione. Ha scritto diverse pubblicazioni di carattere scientifico sulla storia dell'arte. Inoltre, ha curato la rubrica "La Roma che non ti aspetti" per il quotidiano Il Tempo dal novembre 2019 al novembre 2023. Negli ultimi anni, si è dedicato alla promozione dei beni culturali in Italia attraverso collaborazioni con diversi giornali ed emittenti televisive. Ha diretto la creazione della Sala Museale di Storia, Arte e Cultura della Scuola Militare Nunziatella ed è membro dell'Albo d'Oro della Fondazione Nunziatella. Nel 2022 ha sponsorizzato il restauro dell'opera di Nicola Malinconico "Adamo ed Eva piangono la morte di Abele" (1690 ca.), esposto al Museo nazionale di Capodimonte di Napoli. Nello stesso anno, Forbes gli ha dedicato un articolo intitolato "La storia dell’under 30 che ha bruciato le tappe della cultura". Sempre nel 2022, ha ricevuto il premio «Alumni Praeclari» dell'Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, dedicato ai laureati dell'ateneo che hanno raggiunto posizioni professionali di eccellenza. Nel 2023, il "Giornale dell’arte" lo ha inserito nei "30 under 30" protagonisti del mondo dell’arte.

La storia italiana passa anche, e forse soprattutto, dalle sue strade.

Roberto Nicolucci, dopo la carrellata di ponti “che uniscono”, ci guida sulle corsie dell’A8, quella che è stata definita l’autostrada più bella del mondo dal nostro Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, nonché prefatore di questo libro.

Meglio conosciuta come la Milano Laghi, questo tratto stradale quest’anno compie cento anni! Parliamo di un’infrastruttura così tanto intrecciata con la storia del nostro paese che è impossibile non fare riferimento al contesto politico e sociale dell’epoca. Ricco di cenni artistici e riferimenti di cultura “pop” questo tributo, dovuto, è per addetti ai lavori e non.

Per svago, per lavoro, di corsa o alla giusta velocità, tutti, da guidatore o da passeggero, hanno percorso almeno una volta questi tratti stradali a più corsie, probabilmente però senza mai chiedersene la storia o la progettazione; troviamo in questo volume, ben spiegate da Nicolucci, tutte le motivazioni e i passaggi che hanno portato alla nascita e allo sviluppo della rete autostradale nostrana, nata “dall’intuizione di un ingegnere e imprenditore edile scomparso a Milano nel 1951”, come ci ricorda il prefatore di questo volume.

Una strada senza “incroci a raso con altre arterie, riservata al traffico veloce delle auto e dei veicoli a motore, escludendo ogni altro veicolo, con il pagamento di un pedaggio per coprire le spese di costruzione e di gestione”, così la immagina e la progetta Pietro Puricelli, il “padre” delle autostrade.

Era il 1924 e si inaugurava, con il sovrano in prima linea, la Milano Laghi; “non esistono callaie insidiose, carri e carrozze da schivare o ciclisti o simili da mandare all’altro mondo. Si divora la strada con ebbrezza, ci si riconcilia con tutto e con tutti, anche con le automobili” uno dei primi commenti a caldo dell’epoca, di Giuseppe Bavilacqua, dalle pagine di “Tribuna”. L’ebrezza della guida… è l’inizio della storia.

Attraverso l’immaginario finestrino di una Fiat 500 osserviamo il paesaggio italiano cambiare seguendo il flusso del progresso. Da Tondelli a Dalla, passando per Calvino, tutti i grandi autori hanno tratto ispirazione dallo scorrere costante dei paesaggi autostradali, che diventavano l’occasione perfetta per far fluire pensieri e riflessioni.

“Dai ponti si guarda il mondo, sulle strade lo si percorre provando ad abitarlo” – ci dice Nicolucci – e allora, radio a palla, ci immergiamo in questo squarcio di quotidianità italica che si articola a suon di automobili.

Dalle utilitarie alle sportive, in Italia l’auto ha sempre definito lo status quo di una persona, la velocità era il metro di giudizio. Sulla scia di un Futurismo non all’apice – ma ancora vivo – il cinema attinge a piene mani da questa spinta del progresso e sfrutta il manto autostradale come un vero e proprio palcoscenico… ci troviamo così a bordo di un auto sportiva, insieme a Mastroianni e a una stupenda Loren, proprio sull’A8 che scorre lenta ma che segue – come un terzo protagonista – i due attori, che danno prova di una magistrale recitazione e di un sodalizio artistico unico. Dopo De Sica ci penseranno poi Luchini, Dino Risi e Rosi a portarci in viaggio sulle nuove arterie autostradali.

Così Nicolucci ci accompagna nelle decadi dell’evoluzione del nostro paese mescolando cultura e infrastrutture, rivelando quanto la mobilità sia, in primis per noi italiani, sinonimo di libertà.